Intervista a Stefano Toppano, fondatore ORO CAFFÈ
– di Laura Elia
Stefano Toppano, fondatore ORO CAFFE’.. correva il 1987, quale è stata la molla che ha fatto scattare il business della sua vita?
La verità è che sono stato mosso da un trattamento non molto equo da parte della azienda per cui lavoravo fino al 1986 (NDR una grande multinazionale di caffè). Per cui mi venne la voglia di trovare una strada tutta mia e cercai lo slancio per aprirne una società. E tutt’oggi ringrazio quella multinazionale. Oggi la mia azienda ha una qualità sicuramente maggiore, anche grazie al fatto che le nostre quantità sono di certo inferiori rispetto alle loro e ci consentono di mantenere un’alta qualità constante nel tempo. Che è l’aspetto per me più importante.
Fare l’imprenditore nel 1987 e farlo oggi in Italia. Cosa è cambiato?
Mi sento di dire che non è cambiato niente, oggi ci sono le stesse difficoltà di un tempo e purtroppo non è migliorato molto.
Tre aggettivi per definire il suo settore. Perché le è sempre piaciuto così tanto?
Dinamico, sempre giovane e piacevole. Adoro da sempre questo settore perchè sono sempre stato un amante del caffè, ne ho sempre bevuti tanti. Il primo caffè a 9 anni assieme alla mia mamma e poi non lo mai più abbandonato
Quale è stata la commessa più significativa, che ricorderà per tutta la vita?
Quella di Castiglione Biagio a Colonia, era il 9 ottobre 1989, non posso dimenticarlo. Nella fiera ANUGA di Colonia, la mia prima uscita, mi ricordo arrivare questo signore che mi chiede una campionatura di caffè per i suoi clienti ed io non sapendo bene come muovermi, mi affidai a lui fornendogli 1.500 kg. La cosa interessante è che rappresentavano la metà del fatturato di quel mio primo anno da imprenditore, quando il volume di Oro Caffè era di 3.333 kg.
Intuii quindi che la via dell’export e dei grandi distributori era quella giusta.
Con Chiara, sua moglie, il sodalizio è stato da subito anche professionale. Quali vantaggi e quali difficoltà trova nel condividere casa e ufficio?
Soprattutto vantaggi perché quando non hai finito di discutere di lavoro in ufficio, puoi farlo a casa in tranquillità. Non sto scherzando, per noi è sempre stato un vantaggio ed una ricchezza poter portare il lavoro a casa, in un ambiente tranquillo e sicuro in cui poter ragionare a mente fredda.
Il lavoro per noi è sempre stata parte integrante della vita anche di coppia. Nessuna difficoltà, anzi.
Anche le due figlie, Elisa e Ketty, sono entrate in azienda. E’ il futuro che lei desiderava per loro?
Ho sempre sperato che a loro piacesse entrare nella nostra azienda di famiglia e pensare che la lascerò nelle loro mani mi rende moto felice e davvero tranquillo.
Il loro lavoro è di direzione, Elisa e Ketty si completano sia caratterialmente che per funzioni esecutive in azienda e forse entrambe (Elisa che è nata proprio nell’anno della fondazione di ORO Caffè e Ketty 3 anni dopo) la sentono molto “addosso” perché hanno vissuto in prima persona tutte le fasi di questa nostra “seconda casa”. Ho mille ricordi di loro piccoline mentre giocavano in magazzino sui sacchi dei chicchi di caffè e poi da ragazzine che cercavano di capire le dinamiche della produzione e del rapporto con i baristi.
Le sue principali attività sono l’ottimizzazione della tostatura e lo sviluppo del mercato estero. C’è un’attività che preferisce delle due?
Aggiungo che ci tengo molto anche alle attrezzature. Mi spiego meglio: in passato ci siamo occupati (io in primis) anche della produzione delle macchine da caffè ed oggi, oltre a dedicarmi alla tostatura e allo sviluppo del commercio, il mio obiettivo è seguire tutto il ciclo completo!
L’attività che preferisco è accompagnare il chicco dalla tostatura fino alla tazzina. Per una costante soddisfazione del cliente.
C’è un Paese nel Mondo, oltre all’Italia, nel quale si sente sempre a casa?
A dire la verità non ce n’è uno solo… mi trovo perfettamente a mio agio sia in Germania sia in Canada che in Kosovo. Li visito costantemente da 30 anni, con una frequenza di almeno 5 volte l’anno, per ciascun paese.
Un obiettivo che vorrebbe vedere realizzato entro il 2020.
La possibilità di usare in modo effettivo e reale il riciclaggio dei fondi di caffè. Ci vorrebbe forse più collaborazione degli uffici pubblici. Il caffè è un ottimo prodotto per essere riciclato, però una volta utilizzato viene considerato scarto e quindi si complicano le politiche legate al suo trasporto. L’idea è partita da un imprenditore friulano – del comparto vending – e noi la sosteniamo. Ricordiamoci che l’economia circolare sarebbe fantastica se solo si potesse applicare facilmente!
Il suo pallino per il GREEN. Perchè è così importate essere un’azienda sensibile a questo argomento?
Per non auto considerarsi stupidi. Non riesco a vedere il business senza il suo aspetto green, è fondamentale per poter esistere, dovrebbe essere un elemento normale e fondante di ogni azienda, non un fatto speciale. Dovremmo sempre più approfittare veramente di Ricerca & Sviluppo per massimizzare l’uso della Green Economy.
Un consiglio a chi si introduce oggi nel mercato del caffè.
Consiglio di farlo seriamente ed in modo onesto, poi il futuro gli darà ragione. Ancora oggi, dopo tanti anni di crisi, si sconsiglia i giovani di aprire un’azienda e di sviluppare il loro potenziale ma io ritengo che ogni momento sia buono se ci sono idee chiare, tenacia e tanto tanto spirito di sacrificio. Nel nostro settore, molto frammentato, c’è molto movimento e quindi spazio per tutti… perlomeno per chi ha tanta buona volontà!
Infine si faccia un augurio, visto che proprio oggi compie 60 anni.
Di stare bene fino a 90 anni, ci tengo troppo al mio lavoro e alla mia famiglia.