INTERVISTA A FRANCO BUDAI, Direttore Commerciale Italia
– di Laura Elia
Direttore, lei è il dipendente più longevo nella storia di Oro Caffè, 33 anni or sono. Come è accaduto il vostro incontro 30 anni fa? Come si è sviluppato poi il rapporto?
Io 32 anni fa gestivo un ristorante a San Giorgio di Nogaro (UD), quando ho conosciuto Stefano Toppano come mio fornitore di caffè. Ho deciso di abbandonare il ristorante perché abbiamo subito sentito del feeling e quando Stefano mi ha proposto di iniziare questa bella avventura, mi sono subito affidato al suo carisma e competenze. Da lì quasi per scherzo ho iniziato… e per scherzo il prossimo 2 febbraio saranno 29 anni che faccio parte di questa bellissima squadra!
Chiara e Stefano Toppano dunque non solo due titolari ma possiamo dire due amici fraterni. E’ cosi?
Sì, sono due amici fraterni. Nel tempo il rapporto si è sempre più consolidato, basato su stima reciproca e sintonia lavorativa. Loro sono due grandi imprenditori con mentalità fresca e attitudine ad anticipare le tendenze, sono sempre stati molto stimolanti. Nella vita privata sono persone splendide, con cui volentieri ti confronti e ti consigliano sempre in modo giusto, umanamente parlando. ORO CAFFE’ è la mia seconda famiglia. Siamo cresciuti assieme, all’inizio eravamo solo noi 3, abbiamo affrontato tutti questi anni spalla a spalla.
Fatta eccezione per l’anno in corso, che tutti sappiamo essere il periodo più problematico degli ultimi 30 anni del settore, in questi anni ci saranno stati sicuramente dei periodi di alti e di bassi nel mercato Ho.re.ca.
Quali difficoltà presenta questo settore e come si superano?
Nel nostro settore si sente in modo molto spiccato la competizione sul fronte dei prezzi; infatti purtroppo ci sono ancora molti clienti che effettuano la scelta basandosi primariamente sui prezzi. Negli anni però siamo riusciti a far percepire in modo forte ai clienti le nostre competenze, relative all’eccellente qualità del prodotto ed all’assistenza tecnica offerta. Su questa posso affermare che siamo tra le poche torrefazioni in Italia a fornire un servizio tecnico professionale grazie a 5 addetti della nostra officina interna all’azienda, per 365 giorni l’anno. E questo molti clienti hanno iniziato ad apprezzarlo!
Quali sono le caratteristiche più forti che i clienti apprezzano di Oro Caffè?
Oltre a quanto appena detto, posso affermare che oggi abbiamo un altro punto di forza: ci stiamo imponendo sul mercato con un’immagine importante. Mi sento di ringraziare il nostro ufficio marketing, perché negli ultimi anni sta facendo un grande lavoro ed il mercato lo riconosce. Ce ne danno riscontro quasi quotidianamente. Grazie all’immagine fresca, pulita ed accattivante, il marchio ed i nostri valori sono percepiti positivamente ed in modo molto forte. Ci riconoscono ovunque ed alla fine spesso la spuntiamo anche con un prezzo leggermente più alto, perché abbiamo una marcia in più.
Quale è il prodotto di punta oggi per il mercato Italia?
La nostra punta di diamante è il 100% Arabica Rose anche se commercialmente il più forte rimane da molti anni il Premium: si tratta di una miscela (a ricetta esclusiva di ORO CAFFE’) di gran parte arabica con una piccola percentuale di robusta – è un prodotto più facile rispetto ad un puro arabica tecnico. Il Premium è rotondo, un po’ più morbido… viene gradito di più dai baristi!
Cosa la rende orgoglioso di ricoprire questo ruolo in Oro Caffè?
Mi rende orgoglioso avere imparato un mestiere che non è per niente facile, a cui mi sono appassionato profondamente. Il mondo della caffetteria è in continuo movimento: cambia, si aggiorna, progredisce, inventa nuovi stili.. insomma qui non si finisce mai di imparare (un po’ come nel mondo del vino). Una sfida che stiamo vincendo, sono orgoglioso di essermi inserito in un settore da neofita, con un’azienda nascente e con solo 2 persone all’origine. Oggi guido una rete di vendita con 10 agenti e mi sento artefice di questa crescita. Ho accompagnato tutta la squadra in questo percorso, e oggi posso dire di appartenere ad una delle aziende del settore più importanti del triveneto.
Tornasse indietro di 30 anni, sceglierebbe di nuovo questa strada?
Avrei 27 anni e non sarebbe una brutta idea… (ride) volentieri rifarei tutto, non rinuncerei a niente di quanto fatto in questi ultimi 29 anni assieme.
Un consiglio per i baristi oggi, per tenere duro.
Un unico consiglio: ascoltarsi dentro. E se il barista riconosce la sua professionalità in modo forte ed univoco, deve crederci sempre e mai mollare! Certo, il momento è difficile, ma ne verremo fuori. Ne sono certo! Con grossi sacrifici e pochi aiuti ma rimboccandoci le maniche e stringendo i denti, chi avrà la capacità di crederci sarà gratificato e ne uscirà più forte di prima.
Ci dica un suo desiderio per questo 2021, che vorremmo tutti vedere così diverso dallo scorso anno…
Il desiderio che mi affiora più velocemente, come a tutti noi credo, è che questa epidemia se ne vada nei tempi più brevi possibili. Abbiamo bisogno di serenità e di recuperare i rapporti diretti tra le persone. La pandemia da COVID19 non ci ha creato solo problemi nel lavoro ma anche nel sociale, abbiamo cambiato le nostre abitudini, sono cambiati i rapporti, non riusciamo più a trovarci. Ci serve nuova normalità e tanta tanta serenità.
Non solo tanto lavoro ma anche una ricca vita privata. Una moglie, due figli e un bel matrimonio. Quale qualità apprezza di più sua moglie di lei e su cosa la critica più spesso.
29 di matrimonio e due figli: Silvia di 23 e Gianluca di 25 anni. Il complimento che mi fa Tina più spesso è che sono molto altruista e il difetto è che… sono troppo altruista! Spesso rincaso molto tardi perché, si sa, nel settore dei bar il più delle volte si stringe meglio il rapporto davanti ad un bicchiere di vino la sera; ma mia moglie è sempre stata molto comprensiva ed anche orgogliosa del mio percorso lavorativo. Sono un uomo molto fortunato!